Futuro Lento / rallentamento
Buongiorno a tutti!
Quando ho iniziato a scrivere la newsletter lo scorso gennaio non mi sono posto obiettivi particolari. Futuro Lento, per me, è uno spazio per riflettere e condividere dette riflessioni con i lettori.
La deadline settimanale del venerdì si è rivelata molto utile per gestire la pubblicazione con un buon ritmo, e i primi ventisette numeri sono arrivati puntuali anche grazie a quello.
Futuro Lento, però, non è una content factory.
Non mi sono mai sentito obbligato a dover postare sol perché mi ero imposto di farlo con una cadenza predefinita; semplicemente, il mondo della tecnologia (a trecentosessantun gradi, come spero abbiate avuto modo di vedere) è stato abbastanza prolifico e stimolante da fornirmi materiale in cui perdermi, studiare e analizzare, per poi riemergere con qualcosa che — mi auguro — valesse la pena scrivere e far leggere.
La filosofia dietro ogni numero è stata quella, e mi impegnerò perché rimanga tale; ringraziando nel frattempo ciascuno di voi per i continui feedback, le domande e gli spunti. Ora è il momento giusto per rallentare.
Da oggi a venerdì 3 settembre, dunque, Futuro Lento andrà in pausa.
I motivi sono principalmente due; uno endogeno e uno esterno.
Il primo riguarda la natura del tech; ci sarebbe sempre qualcosa da scrivere, ma le settimane della seconda metà estiva tendono ad essere meno interessanti, in preparazione agli eventi ed avvenimenti autunnali e pre-festivi. Non mi interessa tentare di stritolare il tubetto per far uscire un po’ di dentifricio-contenuto perchessì; inoltre, poiché si va in vacanza, è giusto che ad andare in pausa sia anche il cervello.
Una rigenerazione necessaria, che raccoglie nuove energie dal sole più che dallo schermo retroilluminato del device davanti ai vostri occhi.
La seconda ragione è più legata a me personalmente. Per rimanere sul tema del “cervello in pausa” — della cui importanza chi legge Futuro Lento è pienamente a conoscenza — affiancherò al mio impiego quotidiano un altro side project. Sono rientrato in settimana nel Salento, terra in cui sono cresciuto, e grazie alla collaborazione di un amico sto lavorando ad un progetto di divulgazione un po’ sui generis.
Si tratta di un lavoro meravigliosamente low-tech, che vuole raccontare perle nascoste di questa straordinaria regione attraverso alcune fotostorie inedite. Non vi dico altro per lasciarvi il piacere della scoperta: il nome è House of Deda, e potete trovarlo sia al sito dedicato sia, soprattutto, alla pagina Instagram.
Per chiunque fosse curioso o interessato, nelle prossime settimane mi troverà lì (ne vale la pena, fidatevi). Per tornare ad immergerci nel mirifico, terrificante universo del tech, vi aspetto su questi lidi a settembre.
Buon rallentamento a tutti!