…e dunque?
E dunque eccoci di nuovo qua.
La pausa estiva è terminata e all’orizzonte si prefigura… un nuovo, inedito inverno. Lo sarà per il panorama tech, nella cui galassia sempre più incerta e in movimento c’è qualcosa di nuovo verso cui drizzare le orecchie ogni giorno. E lo sarà per il sottoscritto — a partire da questo progetto.
Futuro Lento è nato, prima ancora che nel merito della sua offerta, per il desiderio personale di scrivere. Sulla scia delle newsletter del 2020, ho pensato che la proposta di Substack fosse strutturata in modo aderente alle mie esigenze: uno spazio libero in cui raccogliere i pensieri e condividerli facilmente e direttamente con chiunque avesse il piacere di leggerli.
E, per otto mesi, posso dire che l’operazione sia stata un successo! Ho accumulato più lettori di quanti immaginassi, e lungo la strada ho anche fatto qualche preziosa conoscenza. L’unico intoppo che ho trovato (capricci di Gmail a parte, s’intende) si è palesato nella forma del medesimo binario che mi ha aiutato a partire, ovvero la cadenza settimanale.
L’ho detto più volte e lo ripeto: avere una deadline — cosa che chiunque abbia mai messo piede in una redazione rispetta quasi per natura — è stato una benedizione, poiché mi ha fornito uno stimolo costante per andare a pescare dal marasma di notizie che quotidianamente invadono la mia timeline e distillarne il contenuto più interessante.
Non avendo però mai voluto impormi una precisa struttura, ho iniziato pian piano a sentire il peso di questa rigidità. Dopo qualche mese, la rubrica Futuro Lesto è stata la prima vittima. Da una parte, il vostro feedback circa la lunghezza di ogni numero mi ha incentivato a tagliarla del tutto; dall’altra, ero io stesso a rendermi conto che quel blocco in coda era una scusa per riempire il vaso fino all’orlo.
Perché? Perché volevo scrivere qualcos’altro, e avevo il tempo per farlo. Ora, per svariati motivi, quel tempo è venuto meno; ma, soprattutto, sono giunto alla conclusione che una newsletter che per design si tiene quanto più lontana possibile dal ciclo di notizie fa intrinsecamente a cazzotti con il perno fisso di una scadenza continua.
Ci sono state alcune settimane in cui dovevo aspettare il venerdì per pubblicare, nonostante i pezzi fossero pronti prima. In diversi casi, invece, avrei voluto avere più tempo per rivisitare i pensieri (e credetemi, essere l’editor di sé stessi è in assoluto il lavoro più complesso per chi scrive), ma il tasto “Pubblica” era in attesa.
La cosa non mi è mai realmente scesa giù. Dunque ho usato parte delle scorse settimane per ragionare su quale fosse il modo migliore per rilanciare la newsletter, e ho trovato un compromesso che mi libera dall’impegno di un lavoro che, mio malgrado, non posso permettermi senza snaturare il cuore pulsante dell’offerta.
Futuro Lento non andrà via, perché questo spazio per me è prezioso e voglio poter continuare. Ma perché possa proseguire nel modo in cui intendo — fornendo spunti di riflessione freschi che, mi auguro, non leggete altrove — è necessario che la forma segua il contenuto, e non viceversa.
Preferisco apparire più saltuariamente nelle vostre inbox e continuare a proporre un discorso interessante, denso e (si spera) stimolante, del quale mi sento pienamente soddisfatto, piuttosto che intasare la vostra (immagino già gremita) casella d’entrata con qualche parola in più per rispettare un appuntamento.
Quello di oggi, che vi avevo dato l’ultima volta, ho tenuto a rispettarlo. Ma il prossimo numero uscirà solo quando avrò qualcosa da contribuire — e così quello successivo e quello dopo ancora. Nella speranza che vogliate continuare a leggere; e sapendo che, anche a recuperare un numero giorni (o settimane!) dopo, la sua validità sarà rimasta perlopiù intatta.
Quello che Futuro Lento è diventato sin qui mi piace molto. E farò in modo che continui ad essere così. Grazie, e a presto!
PS_ In attesa del numero ventotto, durante la pausa ho avuto il piacere di parlare con i ragazzi del progetto Arti in Libertà, che mi hanno ospitato sul loro podcast Visioni. Approfitto di questo spazio per ringraziarli ancora una volta.
Abbiamo parlato di blockchain, criptoarte, NFT, e del metaverse, tra le altre cose. Se vi interessa approfondire, vi lascio qui il link (Spotify) alla puntata:
Ciao!