Ciao a tutti! Benvenuti a Futuro Lento, la mia newsletter su tecnologia e dintorni.
Mi chiamo Edoardo Maggio e sono un giornalista. Ho pubblicato il mio primo articolo quasi dieci anni fa, e da allora non ho mai smesso di scrivere. Ho lavorato in diverse redazioni fra gli Stati Uniti, Londra e Milano, studiando e raccontando il tema sul campo e da dietro una scrivania.
Nel corso degli anni, osservando il modo in cui la tecnologia è trattata in Italia, ho coltivato un forte senso di insoddisfazione. La materia, qui da noi, è spesso incompresa, discussa superficialmente, talvolta banalizzata. Il risultato è che i lettori la trovano ostica, noiosa, a tratti aliena.
Esistono due filoni.
Il primo è quello della stampa tradizionale che, pur poggiandosi sulle proprie larghe spalle, paradossalmente fatica ad integrare l’argomento nei discorsi che si estendono alla società. Si parla di gadget, occasionalmente di qualche startup, magari di Google o Facebook. Tutto è però relegato in un angolo, in una sezione di nicchia concepita e mantenuta come un’appendice avulsa, più che come un caposaldo propriamente integrato nel discorso editoriale più ampio.
Il secondo è quello dei siti specializzati, che entrano sì a fondo nel tema, ma restano spesso dei circoli chiusi, gestiti da esperti del settore ed indirizzati a lettori già preparati. È dunque molto difficile addentrarvisi se non si posseggono già delle basi solide. La tendenza, inoltre, è quella di occuparsi di questioni molto specifiche e legate al momento della pubblicazione, appresso alla feroce tempistica del ciclo di notizie.
Il dislivello nel mezzo è spaventosamente grande. Anche una persona mediamente informata, a meno di recarsi in lidi esteri, avrebbe estrema difficoltà a cogliere l’importanza di tutto ciò che tocca l’immenso calderone della “tecnologia”. Un progetto editoriale che racconti, analizzi e spieghi la tematica, in Italia, semplicemente non esiste.
È dal forte desiderio di colmare questo gap e rendere la tecnologia accessibile e ben contestualizzata che nasce l’idea di Futuro Lento.
La prima parola, “Futuro”, è un chiaro riferimento alla tecnologia, al progresso, al domani — il cuore pulsante della newsletter. Il concetto fondante di questo lavoro, però, è proprio che oggi tutto ciò che riguarda i grandi cambiamenti della nostra società è toccato, in modo più o meno massiccio, dalla tecnologia. Non è un mondo a sé. (Un piccolo dato al volo: ci sono poco più di 5,5 miliardi di adulti sulla Terra, e il numero degli smartphone in circolazione ha agevolmente superato i 4. Questo che significa?)
Che si parli di elettronica di consumo all’avanguardia o di intelligenza artificiale, di social media o di piattaforme di streaming, di realtà aumentata o virtuale, di 5G o di cloud — e persino di legislazione, di censura o di democrazia — lo zampino della “tecnologia” è onnipresente. Ci sarà dunque spazio per esplorare campi (apparentemente) tangenziali, quali gaming, design e urbanistica, trasporti e micromobilità, media e comunicazioni, intrattenimento, e, più in generale, cultura digitale e innovazione.
Come persone, consumatori e cittadini, siamo chiamati a comprendere questo mondo: perché è il nostro mondo, quello in cui viviamo e che sottende le decisioni cruciali che condizionano la nostra vita personale e comunitaria. Futuro Lento vuole essere uno spazio per comprendere e discutere questi cambiamenti, ma soprattutto un luogo per affrontarli in maniera critica.
Preferisco che i lettori chiudano una lettera con una domanda in più, ma con maggiore contezza dell’argomento. E qui veniamo alla seconda parola, “Lento”. Le nostre vite sono già considerevolmente frenetiche; pensare di introdursi nel vortice tecnologico sarebbe una follia. La buona notizia è che, se svolgerò bene questo compito, non ce ne sarà bisogno: è fondamentale che tutte le letture possano essere assorbite con calma, senza avere paura di stare assumendo informazioni datate.
Ci sarà solo una email a settimana, il venerdì, pronta per essere letta comodamente durante il weekend. Verranno presi in esame gli scritti e le notizie più rilevanti degli ultimi giorni, e ogni pezzo sarà accompagnato da una riflessione personale. Futuro Lento non è un giornale, e neanche un semplice aggregatore: se metto qualcosa in luce, spiegherò sempre perché è rilevante. Il tono sarà prevalentemente leggero e informale, ma l’obiettivo sarà quello di fare un passo in più, incuriosire, tenere il cervello attivo e l’occhio critico. Magari farvi innamorare un po’, come lo sono io.
La critica è la forma d’amore più onesta.
Grazie a Substack (la piattaforma alla base di tutto), vi basterà iscrivervi con la vostra email una volta, e sarò poi io a venirvi a trovare. C’è anche una pagina Instagram che potete seguire, ma una volta iscritti non servirà altro.
Se siete arrivati sin qui, non mi resta che ridarvi il benvenuto a un futuro più lento.
Il primo numero arriva presto — iscrivetevi usando il tasto qui sotto!
…e, nel frattempo, ditelo anche agli amici. Ci vediamo il 15 gennaio :)